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VMWare ESX 5.1: ridimensionare i dischi su macchine virtuali Centos 6

Dopo aver aumentato la dimensione di un disco relativo ad una macchina virtuale tramite VSphere client (supponendo che il sistema operativo sia stato precedentemente installato e dunque che le partizioni siano già state create), è necessario modificare la tabella delle partizioni e successivemente le dimensioni dello spazio usufruibile dal sistema operativo (altrimenti lo spazio aggiuntivo non potrà essere utilizzato).

 

VMWare-Logo.JPG

Per fare ciò, occorre operare come segue:

[root@vm ~]# fdisk

per invocare l’utility fdisk, la quale ci permette di operare sulla tabella delle partizioni, supponendo, nella fattispecie, che il disco sia mappato come /dev/sda (SCSI o SATA).

Una volta entrati nel menù della suddetta utility, è necessario creare una nuova partizione, semplicemente digitando n:

WARNING: DOS-compatible mode is deprecated. It's strongly recommended to
         switch off the mode (command 'c') and change display units to
         sectors (command 'u').

Command (m for help): n

La nuova partizione dovrà essere primaria (tenendo a mente che è possibile creare un massimo di 4 partizioni primarie). Per fare ciò si deve cliccare sul tasto p della nostra tastiera.

Command action
   e   extended
   p   primary partition (1-4)
p

Scegliamo quindi l’id della partizione (nel mio caso è 3 dato che vi sono già due partizioni primarie installate, rispettivamente con id 1, ovvero la partizione di boot e 2, quella in cui risiede il SO). Digitiamo dunque 3.

Partition number (1-4): 3

Se non siete sicuri di quante partizioni siano effettivamente presenti sulla vostra macchina, digitate p (che in questo caso sta per print):

Command (m for help): p

Infine, creiamo la nuova partizione semplicemente digitando w.

Command (m for help): w

Per rendere effettive le modifiche appena effettuate, si rende necessario il riavvio della macchina virtuale:

[root@vm ~]# reboot

Una volta che la suddetta macchina si è avviata, possiamo verificare che la nuova partizione sia effettivamente presente digitando il comando:

[root@vm ~]# ls -al /dev/sda*

Aggiungiamo la nuova partizione al volume group, il cui nome, solitamente è costituito da un prefisso standard, ovvero vg_ e dal nome che abbiamo assegnato alla nostra macchina virtuale, vm in questo caso:

[root@vm ~]# vgextend vg_vm /dev/sda3

Infine ridimensioniamo la partizione aggiungendo ulteriori 39 GB di spazio:

[root@vm ~]# lvresize --size +39g --resizefs /dev/mapper/vg_wm-lv_root

A questo punto lanciando un semplice df possiamo verificare che effettivamente lo spazio associato alla partizione del SO è effettivamente aumentato.

Enjoy!

NB: tale procedura si rende necessaria in quanto alcuni tool nati proprio per la gestione delle partizioni (come gparted) non supportano LVM (nativo in Centos 6).

Partizionare e formattare un disco da bash

Recentemente ho stotituito l’HD di share sulla mia linux box con uno più capiente. A tal proposito ho dovuto dapprima partizionare e successivamente formattare il nuovo hard disk. Vediamo come.

Per prima cosa ho individuato il nome periferica assegnato dal sistema operativo al disco rigido, semplicemente lanciando un ls nella directory /dev (il nuovo hard disk è stato riconosciuto come sdb).

Ora, conoscendo il nome della periferica, posso procedere con la partizione della stessa utilizzando il tool fdisk, il cui usage è il seguente:

nightfly@nightbox:/dev$ fdisk

Usage:
fdisk [options] <disk>    change partition table
fdisk [options] -l <disk> list partition table(s)
fdisk -s <partition>      give partition size(s) in blocks

Options:
-b <size>                      sector size (512, 1024, 2048 or 4096)
-c                                    switch off DOS-compatible mode
-h                                    print help
-u <size>                      give sizes in sectors instead of cylinders
-v                                    print version
-C <number>               specify the number of cylinders
-H <number>               specify the number of heads
-S <number>               specify the number of sectors per track

Digitiamo dunque:

nightfly@nightbox:/dev$ sudo fdisk /dev/sdb

Visualizziamo il menù di fdisk digitando m ed in seguito digitiamo w che sta per write table to disk and exit

A partizionamento avvenuto possiamo procedere con la formattazione del disco rigido, utilizzando il tool mkfs:

 nightfly@nightbox:/dev$ mkfs
 Uso: mkfs [-V] [-t tipofs] [opzioni-fs] dispositivo [dimensione]

Da questa breve descrizione è facile intuire che il comando da lanciare sarà il seguente:

nightfly@nightbox:/dev$ sudo mkfs -t ext3 /dev/sdb

dove ext3 è il tipo di filesystem scelto.

Editiamo, infine, il file fstab presente nella directory /etc semplicemente digitando:

nightfly@nightbox:/dev$ sudo nano /etc/fstab

Tale file avrà un aspetto simile al seguente:

# /etc/fstab: static file system information.
 #
 # Use 'blkid -o value -s UUID' to print the universally unique identifier
 # for a device; this may be used with UUID= as a more robust way to name
 # devices that works even if disks are added and removed. See fstab(5).
 #
 # <file system> <mount point>   <type>  <options>                     <dump>  <pass>
 proc            /proc           proc    nodev,noexec,nosuid                            0               0
 /dev/sda       /              ext3    errors=remount-ro                                0               1
 # swap was on /dev/sda5 during installation
 UUID=xxx        none            swap    sw                                                      0               0
 /dev/fd0        /media/floppy0  auto    rw,user,noauto,exec,utf8     0               0

Aggiungiamo la seguente stringa:

/dev/sdb       /media/disk     ext3    rw,user,noauto,nosuid,utf8     0               0

Dove /media/disk sarà il punto di mount del nostro hard disk (per i sistemi *buntu tale dir viene creata automaticamete), ext3 è il tipo di partizione presente all’interno del disco rigido, le opzioni rw,user,noauto,nosuid,utf8 indicano rispettivamente che si può accedere al disco sia in lettura che in scrittura (rw), che la partizione è montabile anche da un utente che non ha privilegi di root (user), che la partizione non deve essere montata al boot della macchina (noauto), che i bit del suid non vengono presi in considerazione (nosuid) e che il charset da utilizzare è utf8. Ovviamente queste non sono le uniche opzioni disponibili, per maggiori dettagli vi rimando al man di fstab.

Bene, digitiamo:

root@nightbox:~# mount /media/disk

e finalmente potremo usare il nostro nuovo HD. Bye.