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Oracle: modificare la password utente e rimuovere la scadenza delle password

Oracle è di gran lunga il DBMS più affidabile e performante che esiste in circolazione. Detto ciò, qualche giorno fa mi si è presentato un problema su alcune macchine virtuali: le password per accedere ai DB erano scadute o stavano per scadere. Cosa fare dunque?

Per prima cosa ho lanciato la console VMWare e successivamente ho aperto il tool SQL*Plus Instant Client.

oracle.gif

A questo punto mi sono loggato come utente system, digitando il comando:

connect system/password

Per cambiare la password ho invece utilizzato la query:

ALTER USER system IDENTIFIED BY nuovapassword;

Questo output:

User altered.

mi ha confermato che la password è stata effettivamente cambiata.

Ora, per quanto riguarda invece la policy di scadenza delle password, posso dirvi che disabilitarla è controproducente dal punto di vista della sicurezza. Se, però, le macchine utilizzate sono di test e soprattutto NON sono esposte all’esterno, la si può disabilitare tranquillamente digitando:

ALTER PROFILE DEFAULT LIMIT

PASSWORD_LIFE_TIME UNLIMITED;

Alla prossima.

Pillole MySQL – Parte 1

Esistono diversi strumenti che facilitano la vita ai programmatori/DBA. Uno su tutti è certamente PHPMyAdmin, che con la sua interfaccia user-friendly consente di effettuare modifiche sul database in maniera semplice ed intuitiva.

Spesso, però, accade che sia disponibile solo l’interfaccia a linea di comando del nostro DBMS, ragion per cui è bene ricordare alcuni comandi utili:

USE nomedb;

ci consente di selezionare il database.

SHOW TABLES;

ci consente di visualizzare tutte le tabelle relative al database selezionato;

DESCRIBE nometabella;

ci permette di visualizzare la struttura della tabella specificata;

Un altro comando utile riguarda il reset dei campi di auto-increment. Per fare ciò basta digitare:

ALTER TABLE nometabella AUTO_INCREMENT = 1;

Ovviemente, per visualizzare il contenuto di una tabella, per cancellare determinate righe o per modificare la struttura della tabella stessa (o di una sua entry), basta usare la pura e semplice sintassi SQL.

Ad esempio:

SELECT * FROM nometabella;

visualizza tutte le righe di una tabella;

DELETE FROM nometabella;

cancella tutti i record contenuti in una tabella;

DELETE FROM nometabella WHERE ID = '1';

cancella dalla tabella il record avente ID pari a 1;

DROP TABLE nometabella;

cancella la tabella;

INSERT INTO nometabella (campo1, campo2) VALUES ('valore1', 'valore2');

inserisce nella tabella i valori “valore1” e “valore2” rispettivamente per “campo1” e “campo2”;

UPDATE nometabella SET campo1 = 'valore1', campo2 = 'valore2' WHERE ID = '1';

aggiorna il contenuto di “campo1” e “campo2” rispettivamente a “valore1” e “valore2” per la entry che possiede ID pari a 1.

Inutile dire che quelli da me elencati sono solo alcuni dei comandi che MySQL ci mette a disposizione. Morale della favola: meglio non abusare di PHPMyAdmin 😀

A presto.

Effetture il dump di un database sotto Linux con MySQL

Il dump di un database non è altro che un file di testo in cui sono contenute delle istruzioni SQL. Tali istruzioni hanno come scopo quello di riprodurre fedelmente il database esportato, in modo che possa essere caricato su un altra macchina continuando a funzionare correttamente.

logo-mysql.jpg

 

Per effettuare il dump del database MySQL direttamente da linea di comando occorre digitare (da shell):

mysqldump nome_del_database -u root -p > nome_del_file_dump.pl

dove la flag -u indica l’utente (ovvero root), la flag -p richiede l’inserimento della password di root ed il simbolo > indica che il risultato del comando dovrà essere salvato all’interno del file di destinazione (nome_del_file.pl).

Successivamente, per importare sulla macchina di destinazione il file appena creato è necessario usare i seguenti comandi (sempre da shell):

mysqladmin drop nome_del_database -u root -p

mysqladmin create nome_del_database -u root -p

mysql nome_del_database -u root -p < nome_del_file_dump.pl

Il primo comando ci consente di eliminare eventuali database già presenti nella macchina di destinazione e che possiedono lo stesso nome di quello che stiamo per importare; il secondo comando, invece, ci permette di creare un database vuoto. Infine, l’ultimo comando serve all’importazione vera e propria delle informazioni.

Il post termina qui, a presto.