Cisco port-channel

Ora, premesso che il port-channeling NON E’ argomento CCNA come ho sentito spesso dire (almeno per quanto riguarda l’esame 640-801), il seguente post ha lo scopo di chiarire a cosa serve effettivamente la feature in questione.

Nella fattispecie, mediante il port-channeling è possibile fare in modo che più interfacce vengano coinvolte da un unico flusso logico di informazioni (in pratica è come se costituissero un’unica interfaccia), semplificando notevolmente la vita agli amministratori, soprattutto in caso di guasti o nel caso in cui si vogliano evitare i loop senza la necessità di utilizzare il protocollo STP.

Ora, le condizioni necessarie per garantire il corretto funzionamento del port-channeling sono le seguenti:

– Stessa velocità e duplex (half/full) delle porte coinvolte (è impensabile creare un port-channel tra una FastEthernet ed una GibabitEthernet);

– Le porte devono appartenere alla medesima VLAN (se il port-channeling non viene utilizzato per un trunk);

– Nel caso in cui il port-channeling riguardi un trunk, è indispensabile che tutte le porte coinvolte siano caratterizzate dallo stesso tipo di trunk, abbiano le stesse VLAN native e permettano il traffico proveniente dalle stesse VLAN (identificate con il termine VLAN-allowed);

– Nel caso in cui venga utilizzato l’STP per la gestione dei loop, le porte coinvolte devono avere il medesimo costo nell’ambito delle VLAN di appartenenza;

– Sulle interfacce coinvolte non deve essere implementato il port-mirroring (SPAN), il cui scopo è quello di mandare una replica dei frame ricevuti su una data porta dello switch verso un’altra porta dello stesso switch a cui è collegato un sistema di monitoring (ad esempio un IDS).

Detto questo, occorre fare alcune precisazioni:

1) quasi tutti gli switch marcati Cisco permettono la creazione di un numero massimo di port-channel pari a 64;

2) Ciascun canale può coinvolgere dalle 2 alle 8 interfacce, in modo tale da favorire le operazioni di bilanciamento del traffico (load-balancing).

Per ciò che concerne proprio il load-balancing, è possibile implementare un metodo di bilanciamento diverso per ogni port-channel. I metodi applicabili possono basarsi su alcuni parametri riguardanti i livelli 2, 3 e 4 della pila ISO/OSI. Nella fattispecie, le discriminanti possono essere:

1) Indirizzo MAC sorgente – src-mac;

2) Indirizzo MAC di destinazione dst-mac;

3) Entrambi gli indirizzi MAC (sia sorgente che di destinazione) src-dst-mac;

4) Indirizzo IP sorgente src-ip;

5) Indirizzo IP di destinazione dst-ip;

6) Entrambi gli indirizzi IP (sia sorgente che di destinazione) src-dst-ip;

7) Porta (UDP o TCP) sorgente src-port;

8) Porta (UDP O TCP) di destinazione dst-port;

9) Entrambe le porte UDP o TCP (sia sorgenti che di destinazione) src-dst-port.

Per scegliere il metodo pù adatto alle nostre esigenze ed implementarlo sullo switch basta digitare il comando:

Switch(config)# port-channel load-balance <opzione>

Per quanto riguarda, invece, la possibilità di formare i port-channel in modo dinamico, possono essere utilizzati i seguenti protocolli:

– PAgP (proprietario CISCO);

– LACP 802.1AD

Per mettere in piedi il port-channel vero e proprio è necessario digitare:

Switch(config-if)# channel-group <identificativo numerico> mode <modalità di funzionamento>

nell’ambito del sottomenù delle interfaccie che devono essere coinvolte durante formazione del port-channel stesso.

Le modalità di funzionamento sono le seguenti:

on (non fa uso nè di PAgP nè di LACP 802.1AD, disabilitando di fatto la formazione dinamica dei port-channel);

off (fa in modo che la porta non venga coinvolta nell’ambito del port-channel);

auto (fa uso del PAgP in modalità passiva);

desirable (fa uso del PAgP in modalità attiva);

passive (fa uso del protocollo LACP in modalità passiva);

active (fa uso del protocollo LACP in modalità attiva).

Ma qual è la differenza esistente tra la modalità attiva e quella passiva? Semplicemente nel primo caso l’interfaccia rimarrà in attesa di ricevere pacchetti appartenenti al protocollo utilizzato (PAgP  o LACP). Nel secondo caso sarà proprio l’interfaccia ad inviare i pacchetti necessari alla formazione dinamica del port-channel.

Ora, per risparmiare tempo e fatica, è stato implementato un utilissimo comando che consente di settare i parametri necessari per la creazione del port-channel su tutte le porte coinvolte (o su alcune di esse). Tale comando è il cosiddetto range:

Switch(config)# interface range fa0/0 - 4

E, successivamente, il prompt dei comandi apparirà nel seguente modo:

Switch(config-range-if)#

Possiamo dunque digitare (ad esempio):

Switch(config-range-if)# channel-group 1 mode on

Infine, alcuni comandi che possono tornare utili per eventuali operazioni di troubleshooting sono i seguenti:

Switch(config)# sh interfaces port-channel <identificativo del group-channel>

oppure:

Switch(config)# sh etherchannel <identificativo del group-channel> summary

e ancora:

Switch(config)# test etherchannel load-balance interface port-channel <identificativo> ip <IP sorgente> <IP di destinazione>

A presto.

Cisco port-channelultima modifica: 2010-09-20T17:05:02+02:00da nazarenolatella
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